"Golubka" una casa per giovani mamme in difficoltà nel cuore della Siberia

A Novosibirsk, l'ong Maksora - partner di AVSI - accoglie madri sole e le aiuta a costruire un futuro per sé e i loro bambini.

Novosibirsk, capoluogo dell'omonima regione, fa parte del Distretto Federale Siberiano e, con il suo milione e mezzo di abitanti, è la terza città della Russia dopo Mosca e San Pietroburgo.
È qui che nel 2000 nasce Maksora - socio fondatore di AVSI - un'organizzazione non governativa per lo sviluppo socio-culturale che opera nel campo del sostegno a distanza, dell'orientamento professionale, della salute e dell'educazione e gestisce le case di accoglienza per donne sole Golubka e Margarita. Entrambe le case sono in grado di ospitare fino a cinque nuclei familiari mamma-bambino.
Casa Golubka (che in russo significa colomba) è stata fondata nel 2000 ed è il primo importante progetto sviluppato. Nelle stanze di Casa Golubka, le giovani madri in difficoltà trovano un riparo sicuro in cui il team di educatori e assistenti le accoglie e le sostiene garantendo loro gli strumenti e la serenità necessaria ad accudire il bambino: le ragazze possono così dedicarsi al ruolo di mamma e contemporaneamente terminare gli studi o partecipare a corsi di formazione professionale, per gettare le basi di quello che sarà il loro "dopo".
In una fase successiva, lo staff le aiuta nella ricerca di un posto di lavoro per garantire il loro ritorno a una vita sociale autonoma e all'indipendenza economica: il periodo di permanenza nella casa delle ragazze e dei loro bambini è infatti temporaneo e raramente supera i due anni, trascorsi i quali il team le accompagna nella nuova vita al di fuori della casa.
Recentemente Matteo Severgnini - collaboratore AVSI e preside della scuola Luigi Giussani a Kampala (Uganda) - ha visitato Casa Golubka. Grazie all'atmosfera di spontaneità che si è creata, le ragazze hanno raccontato le loro storie di sofferenza e disagio; racconti di vite molto diverse tra loro ma strettamente legate dalla svolta positiva intrapresa grazie al sostegno di Casa Golubka.
Come conferma il racconto di Alfiya - mamma di una bambina disabile - che durante il mese di permanenza a Casa Golubka ha subito trovato un posto da collaboratrice scolastica che le ha permesso di iscrivere la bimba ad una scuola specializzata e di trovare alloggio in un convitto.
O come confida Dzhamilja che nel 2001, con il diploma di stuccatrice in tasca, ha bussato alla porta del centro in attesa di un bambino, senza alloggio né lavoro. Oggi suo figlio Danil è adulto e Dzhamilja ha un posto di lavoro, una casa e un marito con cui ha formato la sua famiglia. Ma partecipa ancora agli incontri per ex ospiti di Casa Golubka, perché pensa che condividere la sua storia possa aiutare le giovani donne in difficoltà ad affrontare il futuro in modo più sereno.
Matteo Severgnini invece ha parlato delle difficoltà delle donne ugandesi che hanno subito violenza durante la guerra e sono state infettate dall'HIV. "Queste donne non desideravano curarsi finché non hanno incontrato Rose, infermiera ugandese, che ne ha compreso i disagi e che ha saputo curarle non solo con le medicine. Ma facedo riscoprire a ognuna il proprio valore. - ha spiegato Severgnini - "E' questa riscoperta di sè che le ha convinte a curarsi e a costruire col lavoro di tutte la scuola per i loro bambini dove lavoro. Credo che, nonostante il contesto di Novosibirsk e Kampala sia molto diverso, le donne ugandesi e voi abbiate molto in comune, perché l'amore per i vostri figli vi ha permesso di superare momenti difficili e riacquistare fiducia, autonomia e consapevolezza delle vostre qualità".



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